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  • Immagine del redattoreAccademia del Benessere

Conosci la furbizia dei corvi?



Sta nella loro capacità creativa di risolvere un problema: riuscire a mangiare le noci, nonostante il loro contenuto sia protetto da un guscio che non riescono ad aprire.

Ecco cosa accade in Giappone.

I corvi, sfruttando l'ambiente della grande città, hanno deciso di risolvere questo inconveniente in modo assolutamente ingegnoso: posizionano le noci a terra, per strada e aspettano che le auto calpestino i gusci, per poi recuperare il pasto quando il semaforo diventa rosso.

In pratica usano gli automezzi come schiaccianoci.


Creatività è la capacità di risolvere problemi complessi.

Quello che fanno i corvi.


Quante volte ci troviamo ad affrontare difficoltà che ci sembrano insormontabili e non sappiamo da che parte cominciare?

E quante volte restiamo bloccati davanti al problema che ci impedisce di andare avanti?


Quali sono gli errori che commettiamo più frequentemente?

  1. Utilizziamo strategie già attivate in passato

  2. Anche se non risolviamo il problema, continuiamo a insistere

  3. Improvvisare e non avere un metodo chiaro

  4. Ascoltiamo troppi consigli dall’esterno che finiscono per disorientarci

  5. Agiamo d’impulso in modo istintivo


Tutte queste modalità ci portano spesso ad alimentare il disagio, senza risolverlo.


Mentre invece avremmo necessità di superare la difficoltà in modo semplice.

Facile? NO

Possibile? CERTO

Quindi una delle soluzioni è cercare di risolvere le difficoltà evitando di concentrarci sulle cause.


Prendendo spunto dal Problem Solving Strategico® del Prof. Giorgio Nardone,

vediamo i 7 passi che ci aiutano a formulare un metodo applicabile sempre e che si adatta ogni volta alla situazione che si presenta.



I 7 passi del Problem Solving Strategico®


1. Definire il problema concretamente

L’accento va posto su come il problema si presenta ora, in questo preciso momento, e su come funziona. Chiediamoci: cos’è effettivamente il problema? Chi ne è coinvolto? Dove si verifica? Quando appare? Come funziona?

In questa fase è utile anche immaginare come potrebbero percepire il problema altre persone che conosciamo bene, assumendo il loro punto di vista.

Ciò apre la strada ad una percezione diversa e più ampia, aprendo nuove prospettive.


2. Stabilire l’obiettivo

Una volta definito il problema, il passo successivo è quello di stabilire concretamente i cambiamenti che, una volta realizzati, lo risolveranno.

In questo modo avremo chiaro davanti a noi l’obiettivo e la realtà concreta che vogliamo raggiungere.

Chiediamoci: cosa è necessario toccare, vedere, sentire e provare affinché si possa dire effettivamente che il problema è risolto?


3. Valutare tutte le soluzioni fallimentari tentate fino ad ora

L’analisi di tutte le soluzioni tentate finora per risolvere il problema senza successo non è casuale.

Cos’è, infatti, che mantiene alimentato un problema se non il suo tentativo fallimentare di combatterlo?

Detto in altri termini, sono proprio le tentate soluzioni che mettiamo in atto ripetutamente ad alimentare il problema che vorremmo risolvere?

Concentrando l’attenzione su questi aspetti, capiremo cosa non fare e cercheremo soluzioni alternative.


4. La tecnica del come peggiorare

Questa tecnica consiste nel rispondere alla domanda: se volessi peggiorare ulteriormente la situazione invece di migliorarla, come potrei fare?

Questo quesito gioca un ruolo importantissimo nella risoluzione, in quanto ha l’effetto di creare un’avversione verso tutte le possibili azioni fallimentari compiute in precedenza, aumentando la nostra motivazione al cambiamento.


5. La tecnica dello scenario oltre il problema

Grazie a questa tecnica possiamo immaginare nei dettagli lo scenario che si presenterebbe al di là del problema, una volta che questo sarà pienamente risolto o una volta che il nostro obiettivo sarà raggiunto.

Dobbiamo visualizzare quali sarebbero tutte le caratteristiche della situazione ideale che si presenterà dopo aver realizzato il cambiamento strategico.

In questa fase l’immaginazione viene lasciata libera di costruire lo scenario, per poi selezionare gli aspetti realizzabili concretamente in seguito.


6. La tecnica dello scalatore o dei piccoli passi

La successiva cosa da fare è concentrarsi sempre sul più piccolo cambiamento da realizzare, proseguendo per piccoli passi.

Questa tecnica è definita “dello scalatore” perché segue il ragionamento di uno scalatore che vuole raggiungere la vetta: invece di studiare il percorso partendo dalla base della montagna, lo scalatore parte dalla vetta e procede a ritroso fino al punto di partenza.

Questo serve per evitare percorsi fuorvianti rispetto all’obiettivo da raggiungere.


7. Aggiustare progressivamente il tiro

Se il problema fosse complesso al punto da richiedere diverse soluzioni in sequenza, è fondamentale non affrontare insieme tutti i problemi iniziando da quello più accessibile sul momento.

Una volta risolto il primo, si passerà al secondo e così via.

Sarà così possibile aggiustare progressivamente il tiro, tenendo sempre bene in mente dove si vuole arrivare in concreto e agendo in modo dinamico per far fronte a tutti i cambiamenti che si potrebbero presentare lungo il percorso, fino a giungere alla soluzione finale stabilita.


Questi 7 passi rappresentano una delle tante tecniche che possiamo avere a disposizione per affrontare e risolvere problematiche legate alla vita personale e professionale.


Così come i corvi hanno trovato un sistema ingegnoso per mangiare le noci, anche noi possiamo inventarci le soluzioni più adatte alle difficoltà che quotidianamente ci troviamo ad affrontare, superandole.


 

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