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Sai quali sono i 4 rischi che corriamo nel futuro?

Aggiornamento: 22 feb 2021



Ci sono autorevoli Studiosi che fanno solo questo di mestiere, ragionare sul futuro e fare previsioni realistiche sulla base del presente che stiamo vivendo e delle opportunità disponibili.

Anche se poi, in seguito, potranno essere smentiti dagli avvenimenti e dalla storia.


Un testo recentissimo della HARWARD BUSINESS REVIEW tratta proprio di questo:

quali scenari ci attendono e come possiamo prepararci ad essi?


Quali sono i rischi a cui andiamo incontro?


Questa analisi prende in considerazione le previsioni sulla crescita mondiale,

e questi 4 rischi potrebbero far vivere all’umanità un tempo di bassa crescita, molto diverso da quella osservata negli ultimi 70 anni.


Il primo rischio riguarda IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, sia esso prodotto dalla natura o dall’uomo, come appare più plausibile.


A fine secolo la popolazione mondiale salirà da 7,7 miliardi di abitanti a 11 miliardi; molti osservatori ritengono che un ulteriore aumento degli standard di vita richiederebbe un diverso modello di sviluppo, non facilmente prevedibile, ma che viene genericamente definito: compatibile.


Il riscaldamento globale avrebbe quindi conseguenze rilevanti sugli standard di vita dell’umanità.

Gli effetti del GLOBAL WARMING, anche se ancora complessi da misurare, porrebbero nuovi limiti pesanti allo sviluppo.


Il secondo rischio ha a che fare con un MUTAMENTO DEGLI EQUILIBRI GEOPOLITICI,

che hanno permesso la straordinaria crescita degli ultimi 70 anni.

Abbiamo avuto, per la prima volta nella storia dell’umanità un periodo di pace estremamente lungo (al di là di conflitti locali).


Situazione questa favorita dal fatto che gli Stati Uniti hanno fondato la loro supremazia su principi essenzialmente democratici e liberisti, mentre l’Unione Sovietica ha nel tempo perduto la sua capacità di contrapporsi all’egemonia americana.


Con l’emergere di grandi potenze come Cina e India, non è altrettanto certo che questi paesi tendano verso un modello di democrazia compiuta.


È anche possibile che gli stessi paesi occidentali possano essere trascinati in derive più o meno autoritarie, come la recente cronaca sembra mostrare e come è già avvenuto negli anni 20 e 30 del ‘900.

Il terzo rischio è strettamente legato al precedente riguarda il MODELLO ECONOMICO DOMINANTE, la globalizzazione, sebbene sia stata portatrice di crescenti disuguaglianze, è stato uno straordinario strumento per far uscire dalla povertà milioni di persone.


Il libero scambio tuttavia ha generato dispute commerciali e valutarie, come è avvenuto tra Stati Uniti e Cina.

L’egemonia planetaria quindi, attraverso la deriva autoritaria, potrebbe avere forti ripercussioni sulla crescita e lo sviluppo mondiale.


Il quarto rischio concerne lo SVILUPPO TECNOLOGICO. Gli ultimi tre secoli hanno visto un eccezionale sviluppo della produttività, che ha permesso all’umanità di uscire da un’economia statica, dove il benessere aumentava pochissimo, perché assorbito dalla crescita della popolazione.


Nel prossimo futuro la popolazione continuerà ad aumentare, anche se a ritmi via via decrescenti ed è necessario che il progresso continui a essere una forza propulsiva se vogliamo un crescente BENESSERE DIFFUSO.


Da questo punto di vista i Futurologi sono più ottimisti, perché un maggior numero di paesi sembra avere compreso che il loro futuro dipende dall’istruzione e dalla formazione di giovani e adulti, tenendo anche conto dell’invecchiamento progressivo della popolazione, in particolare in Occidente.


Alcuni economisti, attraverso studi di Oxford Economics e McKinsey, stimano ottime le opportunità di investimento in ROBOTICA e INTELLIGENZA ARTIFICIALE, a proposito della quale si parla di microchip da impiantare nel cervello umano tra molto meno di 10 anni.


In sintesi, quali sono gli strumenti che l’ESSERE UMANO ha a sua disposizione per andare incontro e prepararsi al FUTURO che verrà?


La FORMAZIONE, la CONOSCENZA, per sviluppare la CREATIVITA’ e generare libertà di pensiero e progresso.


Ancora una volta l’UOMO, con le sue peculiarità, artefice della sua stessa evoluzione.


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