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SOLLIEVO

Aggiornamento: 28 lug 2021

puntata numero 1


EMOZIONI IN VACANZA

Pausa estiva, un periodo nel quale, per molti di noi, le emozioni che proviamo e che ci attraversano cambiano rispetto alla solita routine quotidiana del resto dell’anno, quando siamo divisi tra lavoro, impegni, responsabilità e qualche spicchio di svago, del tutto insufficiente per colmare quell’area del nostro cervello deputata alla gratificazione.

Il circuito cerebrale del piacere, conosciuto anche come sistema mesocorticolimbico, è composto da un piccolo gruppo di regioni cerebrali nelle quali si registrano i livelli più alti di dopamina.

Queste aree sono: il nucleus accumbens, il corpo striato, la corteccia cingolata anteriore, l’ippocampo, l’amigdala e la corteccia cerebrale.

Questo circuito si attiva quando riceviamo degli stimoli che ci fanno provare piacere, come mangiare del cioccolato, fare un viaggio, andare ad un concerto, al cinema, al nostro ristorante preferito, fare lo sport che ci piace, stare con la persona che amiamo…

L’area del piacere ha bisogno di essere costantemente nutrita.

E le vacanze sono un buon modo per farlo.



Quando parliamo di SOLLIEVO stiamo descrivendo due esperienze diverse:

la prima è il sollievo che deriva da una sensazione fisica, come il piacere di scaricare una tensione accumulata che ci provoca fastidio o frustrazione; starnutire, fare pipi, avere un orgasmo, sono esempi relativi a questa esperienza.


La seconda è il sollievo di uno scampato pericolo, un incidente evitato per un soffio; esempi di questa esperienza sono il trovare gli occhiali dopo che avevi perso le speranze, ricevere una buona notizia da un cliente che ha approvato il tuo progetto, conquistare un buon voto ad un esame che pensavi di non aver superato; o quando commetti un errore e il tuo capo non si arrabbia con te.


Questo tipo di sollievo fa parte di un gruppo di EMOZIONI che gli psicologi chiamano prospect-based emotions, emozioni basate sulla prospettiva.

Sono legate alla nostra capacità di andare avanti e indietro nel tempo con l’immaginazione, per mettere a confronto scenari alternativi.


Pensiamo al periodo prima di una vacanza: siamo stanchi, fisicamente, emotivamente e mentalmente, tiriamo fino all’ultimo giorno e all’ultima ora immaginando cosa ci aspetta DOPO: freschi boschi di montagna, spiagge con mari cristallini, città ricche di storia… e, pensando a questo già si manifesta la nostra prima emozione di SOLLIEVO, anche se siamo ancora, fisicamente, al lavoro.


Le ricerche sul sollievo sostengono che queste due forme: il sollievo fisico e quello dello scampato pericolo, hanno la stessa struttura di base: si prova piacere quando si placa un dolore reale o previsto.


Il sollievo non è soltanto una pura sensazione di rilassamento o rassicurazione.

I momenti che seguono ad un mancato incidente, sono una scarica di adrenalina che ci fa battere forte il cuore.


Quando chiudiamo un lungo progetto di lavoro, possiamo avvertire un pizzico di delusione insieme al sollievo di avere finalmente terminato.


Come altre emozioni il sollievo si propaga in noi non appena fa la sua prima comparsa, prendendo forme molto diverse tra loro.


Probabilmente il suo reale significato sta proprio nella complessità dell’esperienza.


Pensiamo ad esempio a quando ci “scarichiamo” un peso dalla coscienza, confidando un segreto o ammettendo una colpa.


Questo ci può far sentire più leggeri, tuttavia non dipende dal fatto di esserci sfogati, quanto dall’essere ascoltati e capiti.


Per citare Ovidio:

“Nel pianto v’è una certa voluttà, e il dolore che si scioglie in lacrime trova un sollievo”.


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