Dal 1950 a oggi il punteggio medio del Qi é aumentato da 100 a 120,
in 48 paesi del mondo. In testa: India e Cina.
Uno studio di tre ricercatori del Kings College London conferma un’analisi
pubblicata sulla rivista INTELLIGENCE:
dal 1950 a oggi l’umanità è più intelligente del 20% .
“L’intelligenza non consiste soltanto nella conoscenza, ma anche nella capacità di applicare la conoscenza alla pratica.” - Aristotele
Arriva puntuale la domanda: “Cos’è che fa aumentare l’intelligenza?”
Secondo i ricercatori è l’EDUCAZIONE, intesa come FORMAZIONE e stimolo continuo: (dal latino: educare composto di e fuori e duco condurre. Guidare fuori).
Di fatto questa crescita non può essere attribuita ai geni, che impiegherebbero molte generazioni per evolversi a questi livelli.
Nemmeno le analisi dei ricercatori sui Premi Nobel hanno potuto dimostrare che l’intelligenza sia genetica.
Questo ha a che fare con lo sviluppo del potenziale?
Le maggiori capacità di apprendimento si sviluppano a 4 anni, a questa età più ci arrivano stimoli, tanto più si moltiplicano le sinapsi, e se tutto questo avviene in un contesto positivo, di benessere emotivo, che incoraggia e gratifica il bambino, si creano le basi biochimiche per lo sviluppo dell’intelligenza.
Esistono numerosi test per valutare il nostro intelletto, si stanno diffondendo altri tipi di analisi: i test che valutano le capacità emotive e relazionali, la possibilità di utilizzare Empatia; sempre più spesso si pensa che siano variabili determinanti per il raggiungimento del “Successo” nella vita, dove per successo intendiamo appagamento, felicità.
Sono queste ultime che maggiormente interessano oggi alle aziende, persone che, a parità di “Saper Fare”, mettono in campo il “Saper Essere”.
Nel corso della mia formazione personale e professionale ho acquisito la consapevolezza che il mestiere di Formatrice richiede studi continui, aggiornamenti, approfondimenti, analisi…
Essere un formatore/consulente implica grandi responsabilità.
I nostri clienti si affidano a noi, ci ascoltano, mettono in pratica i nostri consigli e le nostre soluzioni alle loro esigenze.
La priorità per me è la formazione, la mia.
Continuamente in gioco, in apprendimento, alla scoperta di nuovi approcci, nuovi metodi, per poter trasmettere nuovi saperi a chi ripone fiducia in me e per continuare a meritarla.
Per questo motivo, nel 2019, m’iscrivo a un percorso intenso per certificarmi come PROFESSIONAL COACH, mentre nel frattempo continuo il mio lavoro nelle aziende,
dai clienti. Scopro con soddisfazione che gran parte delle mie ricerche e degli scienziati che ho studiato li ritrovo nel Coaching.
Con sorpresa incontro il primo grande insegnamento: “L’obiettivo è del cliente, non del Coach”.
Al Coach interessa la persona e non quello che vuole raggiungere.
Il Coachee lo deve fare da solo, con la guida del Coach, esprimendo il proprio potenziale!
Il fascino del Coaching sta qui: aiutare le persone a trarre da dentro le proprie risposte, sviluppando con consapevolezza e responsabilità, il proprio potenziale.
Autorevoli studiosi hanno dimostrato quanto sia fondamentale possedere la spinta verso il traguardo, senza la quale il flusso si ferma, galleggia senza movimento.
Spostare il punto di vista, il fuoco, sul cambiamento necessario per evolversi,
non più sulla motivazione esterna o estrinseca: “lo devo fare”,
ma sulla motivazione interna o intrinseca: “Lo voglio fare”,
attraverso la quale la persona si muove, raggiunge i propri obiettivi e i propri sogni.
Lo sviluppo del potenziale ha a che fare con il raggiungimento della propria felicità.
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