Appunti dalla storia
Una visita, magistralmente guidata, al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, immersi nella storia della nostra città.
Un’iniezione di entusiasmo, di voglia di fare, guardando, a piccoli passi, la storia a ritroso nel tempo, arrivando fino al ‘600.
Bologna era la capitale della lavorazione del filo da seta, il territorio entro le mura era attraversato da una fitta rete di canali, che utilizzavano le acque del Reno e dell’Aposa, sfruttando la pendenza tra le colline e la pianura digradante verso le valli, il mare e Venezia.
Sessanta metri che davano spinta ed energia utile ad alimentare centinaia di mulini ad acqua, fonte del movimento per altrettanti telai, protagonisti segreti di ogni casa, meravigliosi e perfetti.
I telai, artefici del filo di seta ritorto, materia prima per la produzione dei veli copricapo che ornavano le nobili teste dei Sovrani europei e dei loro cortigiani.
Un commercio che dava ricchezza alla città*, popolosa e popolata da 500.000 persone, industriosa e attiva, fino a che, per ragioni storiche e politiche* l’economia di Bologna crolla, non ha produzioni alternative, non mette in campo idee innovative; si attraversano decenni di crisi economica, disoccupazione e povertà diffusa, epidemie e delinquenza.
Nel 1842, i primi segnali della svolta:
da cospicui lasciti testamentari Giovanni Aldini e Luigi Valeriani danno vita alla omonima scuola del “SAPER FARE” che genera, nei decenni successivi, uomini geniali e concreti, inventori del futuro.
Uomini artefici del cambiamento industriale ed economico dei primi del ‘900 nel nostro territorio:
NATALINO CORAZZA macchine per il dado da brodo
ARMANDO SIMONI OMAS penne stilografiche
ZAMBONI e TRONCON macchine per fare i tortellini
BRUTO CARPIGIANI le macchine su misura per ogni lavorazione
ARIOSTO SERAGNOLI packaging
E poi ancora…MARZOCCHI, VERLICCHI, DUCATI, MINARELLI, MASERATI, MORINI…etc.
È quindi attraverso la formazione in una nuova FORMA, metà conoscenza, metà pratica applicata, che Bologna e la zona circostante, rinasce, sviluppando storia, futuro e nuove economie, nuove forme di industria, nuovi commerci, rinnovato benessere.
Una lezione dalla storia dunque, la nostra storia, una lente d’ingrandimento sulle ragioni che possono impoverire un popolo, l’assenza di idee e di innovazione e le ragioni che possono portare al BENESSERE: dare forma ai sogni degli uomini, alle loro visioni, armati soltanto del coraggio di cambiare.
Nutriti da nuovi SAPERI, sedotti e invasi dalla conoscenza, motore della creatività e germoglio del futuro.
Cristina Condello
*l’attuale portico Del Pavaglione era il luogo del commercio dei bachi da seta, materia prima per la produzione del filo, il cui nome deriva dal bolognese “Parpaia” “Farfalla”
*la rivoluzione francese fa cadere la “domanda”; in seguito Napoleone requisisce i telai ed esporta tutto a Lione: tecnologia e famiglie artigiane setaiole…
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